Anni fa ho letto una testimonianza di Elie Wiesel , internato nel lager di Buchenwald, Auschwitz. Nella solita rappresaglia all’interno del campo c’è un bambino appeso ad una forca, vivo per un soffio di tempo. «Dietro di me sentii il solito uomo domandare: Dov’è Dio. E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca».

Mi piace mettere a confronto il brano con una pagina dell’ultimo romanzo di Gianni Lussoso: “Il cancro per Veronesi è molto simile a un campo di concentramento. “Così come Auschwitz – racconta – per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio” (pag. 37). E’ interessante leggere l’intera pagina citata per mettersi in umile ascolto di interpretazione diversa da quella dell’illustre oncologo, il quale, del resto, all’affermazione netta, fa seguire un dubbioso “preferisco il silenzio o il sussurro del non so”.

Dove Sei? E’ la domanda che l’autore mette in copertina del libro, edito da ApeEditore. E la domanda percorre non solo il libro, ma – documenta l’autore – l’intera storia dell’umanità, quando gli eventi si fanno di difficile lettura e si va in cerca del colpevole. E chi altri può essere colpevole se non quel Dio, del quale l’uomo fa volentieri a meno nelle sue scelte di vita e mena vanto per le sue conquiste, salvo poi a ritenerlo causa di ogni male che addolora la storia?

Sono rimasto sorpreso, pur essendo in qualche modo addetto ai lavori, di quanto scrive Gianni come prima risposta alla domanda. Prima ancora che l’uomo possa rivolgersi a Dio chiedendogli “Dove sei?”, è Dio che per primo ha chiesto all’uomo: “Dove sei?” (Gen 3,9) quando si è nascosto in mezzo agli alberi del giardino, dopo la disobbedienza.

Il romanzo è dichiaratamente autobiografico. Appare il ragazzo, che già nei colloqui con il padre di fede comunista pone interrogativi seri; il giovane studente scelto insieme ad altri ragazzi in tutta Italia per andare a studiare a Mosca e infine il giornalista già molto noto in città per innovative attività culturali, editoriali, sportive, manageriali. Uomo coraggioso Gianni, capace di mettere in piazza la sua vita privata, la professione, le passioni, le prodezze e le manchevolezze.

Non avevo conoscenza adeguata dell’autore e solo per felice coincidenza, avendo avuto in dono il romanzo, al di là del volto del conduttore televisivo conosciuto in programmi sportivi, ho scoperto con piacere l’anima di un uomo di larga cultura laica e biblica.

Nel romanzo si rilegge la storia degli ultimi cinquant’anni fino agli ultimi giorni, contrassegnati dall’evento imprevedibile del Covid 19 che ha seminato morte, messo in ginocchio l’economia mondiale e soprattutto ha indotto l’uomo distratto o supponente a prendere coscienza della fragilità dell’esistenza.

Dov’è Dio? L’autore dà la sua risposta nell’ultimo capitolo del romanzo, che così recita in conclusione:

Tante volte, sopraffatto dai bisogni, mi sono chiesto dove fosse. Ora so che questa è una domanda inutile. Sento perfettamente che è in me quando sono disposto ad accoglierlo in una sana beatitudine e che non devo chiedergli nulla, né dove si trova, né che sia. Lui è in me, io sono in Lui e quando riesco a sentire la Sua presenza, non sono solo e non ho più paura.” (pag. 147)

Aggiungi commento

Codice di sicurezza
Aggiorna