Studiando le tecniche di mercato poste in essere da Sebastiani che vive sulla regola vendere bene ed acquistare a poco, e rileggendo alcune pagine del calcio di una volta, mi sono reso conto che nulla è cambiato: Sebastiani non fa che seguire le orme di chi l’ha preceduto negli anni del primo Novecento. È stato solo in questi ultimi cinquant’anni che molti presidenti hanno pensato più alla gloria che alla cassa personale ed hanno speso patrimoni per vincere scudetti e vivere emozioni entusiasmanti. Quando è arrivato nel mondo del calcio, chiamato da Giuseppe Adolfo De Cecco, un mondo per lui nuovo (mai visto allo stadio negli anni precedenti) Sebastiani, non essendo innamorato del calcio ma solo dei soldi, ha subito messo in movimento delle azioni tendenti a far quattrini.

Tornando agli inizi del calcio professionistico, la Football League infine nasce nel 1888 con la chiara intenzione di fare soldi e di farne fare a chi vi partecipa, club e giocatori. Sin da subito si smuovono grandi cifre, basti pensare che il primo trasferimento della storia, che vede Archie Goodall passare dal Preston North End all’Aston Villa, costa ai “Villans” quasi un centinaio di sterline, circa il prezzo dell’affitto annuo di una buona casa a Londra. Il calciatore più pagato dell’epoca guadagna già una sproposito: Nick Ross, capitano del Preston North End, si trasferisce all’Everton attratto da un ingaggio clamoroso, 10 sterline alla settimana.   

E già allora, ovviamente, c’era chi gridava allo scandalo e rimpiangeva “i bei vecchi tempi”, quelli di un calcio che era semplicemente un hobby e poco più.

Il calcio è sempre stato una questione di soldi: sia la “Juventus del Quinquennio” (1930-1935) che il Grande Torino fecero grandi investimenti, e lo stesso si può dire del Real Madrid di Puskas e Di Stefano o del Milan di Berlusconi, per fare esempi più vicini a noi. Ecco perché parlare di un calcio con “i bei valori di una volta” risulta essere anacronistico e, soprattutto, errato. Lo ha capito il Ferguson collinare che, proprio perché del calcio, come disciplina e come spettacolo, ha visto da subito la possibilità di far soldi, ecco che ha posto in essere delle strategie con le quali vende e fa cassa, prende giocatori quasi tutti in prestito, si impegna a valorizzare per conto terzi dei giovani, e anche a rimettere in sesto, sempre per conto terzi, giocatori “toccati” e alla fine della stagione la società può anche retrocedere, come di fatto è avvenuto nel silenzio totale della città, ma lui ha fatto cassa.

Sono due anni che il Pescara perde sul campo ma vince sul mercato. Sono diversi anni che il Pescara non ha un progetto tecnico da rispettare e sono anni che il tifoso continua a mordersi le mani considerando che le unghie sono già partite.   

Sempre su questa linea di condotta, ll Pescara fa sapere di aver raggiunto l’accordo con la società S.S.C. Napoli per il prestito dell’esterno d’attacco classe ‘95 Eugenio D’Ursi.

In attacco il Pescara cercherà di avere Giuseppe Panìco, jolly offensivo del Novara che piace ad Auteri. Inoltre Sebastiani sta cercando di inserirsi nella corsa a Claudiu Micovschi ma le possibilità sembrano essere poche e, intanto, ha definito l’operazione per la cessione a titolo definitivo di Gennaro Scognamiglio all’Avellino, mentre con la medesima formula è arrivato Julian Illanes.  

Il Pescara sta lavorando per realizzare lo scambio con la Ternana che porterà Sorensen in Umbria e il duo Frascatore-Marilungo in Abruzzo. Intanto il terzino destro Tommaso Cancellotti, acquistato a titolo definitivo dal Perugia, è già al lavoro con i nuovi compagni. La società nelle prossime ore ufficializzerà anche il tesseramento del terzino sinistro Rasi. Venerdì prossimo a Penne (ore 18) test amichevole per i biancazzurri. Auteri farà esordire gli ex Bari D'Ursi e Ferrari in attacco. Dato il “suggestivo impegno” calcistico attendiamo trepidanti i vari resoconti della stampa locale cortigiana che, in modo epico, ci racconterà delle meraviglie che i recenti acquisti del nostro mercante sapranno mostrare al popolo biancazzurro.

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