Sto ricevendo messaggi e inviti a picchiare duro sul presidente Sebastiani e sulla sua infelice gestione. E questo solo perché i numeri, in maniera impietosa, stanno confermando ciò che ho scritto nei mesi passati quando, evidenziando acquisti poco oculati, l’inserimento nella rosa di giocatori non necessari al progetto tecnico ma solo a far fare gli affari commerciali al Ferguson collinare, le scommesse di Sebastiani su giocatori non in buone condizioni fisiche, ma costando poco, potevano far fare operazioni commerciali di sicuro interesse personale, il puntare su troppi prestiti e presentare gli arrivi come dei fenomeni solo per battere la grancassa e poter dire viva, viva il presidente che tutta sa e tutto realizza... ho “bocciato”, giornalisticamente parlando, le manovre artificiose del signor Sebastiani.

Ho cercato di mettere il tifoso al riparo da spettacoli grotteschi come le riunioni di cortigiani convocati settimanalmente da Sebastiani nella televisione locale di suo personale riferimento per farsi cantare le proprie lodi.

Nella sua divorante insicurezza Sebaatiani, eternamente alla ricerca di conferme della propria grandezza, neppure si rende conto del ridicolo quando impreca sulla incapacità della squadra di fare un gioco diverso dal “giropalla” come se non sapesse che solo quello possono fare giocatori inadeguati e immessi nella rosa senza aver cercato di creare i giusti equilibri tecnico – tattici tra i vari reparti.  

Ho scritto le mie critiche in tempi utili quando era possibile rimediare e mettere su una rosa competitiva.

Per questo motivo, dal presidente sono stato definito nemico del Pescara, come se criticando lui e il suo operato, lo facessi contro il Pescara...

Da suoi attaché sono stato definito un gufo, come se dire la verità significasse sperare nelle sconfitte della squadra che è oggetto dei miei interessi sportivi, culturali e professionali da oltre cinquant’anni.

Ora mi chiedono di attaccare e picchiare sull’operato del presidente.

Non lo faccio perché non è utile al Pescara e perché non lo considero, ora, necessario.

Mi riserverò di intervenire sul mercato di gennaio solo nel caso che non si facciano operazioni mirate per rimediare al mal fatto in estate.

Vorrei ricordare, a chi fa finta di non capire e chiude gli occhi dinanzi alle verità del campionato, che la stampa indipendente, se lo è veramente, deve stare alla veridicità dei fatti, ma anche formare i cittadini a cercare la verità, attraverso strategie diverse.

La stampa libera e preparata deve formare una cultura sportiva, innanzitutto, e smascherare le falsità oggi frequenti soprattutto sui social, ma non solo.

La stampa che rispetta il suo ruolo deve insegnare a verificare e incrociare le fonti. Infine, dovrà invitare a condividere con altri le letture, le esperienze e andare sempre alla ricerca della verità e non fare da zerbino al padrone di turno a cui regge il microfono per fargli da grancassa per le personali omelie...

Queste cose le ho scritte e ribadite nel corso degli anni ma mi rendo conto che è sempre valida la frase tipica del nostro idioma locale usata quando ci si rende conto della ottusità di chi ci è di fronte: ma che te lo dico a fare...

Se non hai la capacità di capire e di ragionare senza fare il gioco di chi impingua le sue casse private sfruttando la tua passione che ti fa chiudere gli occhi dinanzi alla dura realtà di un campionato che, con i suoi numeri, ha bocciato, per ora, l’operato del mercante nostrano, e ti fa ingoiare tutti i rospi dicendo a te stesso: intanto ci tiene in serie B... ma che te lo dico a fare?

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