Il Pescara, con un piede in C già alla vigilia della gara con la Reggiana, riesce a vincere 1-0 grazie alla prima rete di Capone in questo campionato. Una partita dai contenuti soliti, cambia solo il risultato favorito da un palo colpito dagli ospiti che, pure, poco hanno fatto per meritare un risultato positivo. Come dire che le due formazioni, pur avendo seri problemi di classifica, non sono riuscite a scrollarsi di dosso quella patina di inadeguatezza considerando l’impegno dell’intero campionato.

Il tecnico Grassadonia, al termine della gara, accentua la delusione per quanto fatto finora: “Una vittoria che aumenta i rimpianti. Abbiamo buttato all’aria troppe opportunità, c’è rammarico perché la salvezza era alla nostra portata. Ora continuiamo a lottare cercando di concludere il campionato al meglio. Restare qui nella prossima stagione? Non ho parlato con la società e in questo momento non mi interessa. Resto concentrato sulle ultime due partite. Certo, Pescara è una piazza fantastica ed è un piacere lavorarci. Potevo fare meglio, questo è un pensiero che mi tormenta”.

Potrebbe anche toglierselo dalla mente questo pensiero perché la società, con le varie dichiarazioni dei giorni scorsi, ha ben fatto capire che ha già scelto il tecnico per la prossima stagione.

Il pensiero, invece, che martella la mente dei tifosi è: “E se vincessimo le due partite finali (Cremona e Salernitana) e l’Ascoli le perdesse faremmo i play out?”

Credo che, al di là dei se e dei ma, sia opportuno attendere i risultati del prossimo turno con il Pescara (32 punti) impegnato a Cremona (45 punti   e senza pretese per una classifica diversa), il Pordenone (41 punti) a Venezia (57 impegnato per i play off) e l’Ascoli (41 punti) in casa con il Cittadella (56 punti e in lotta per i play off).

A sentire o leggere sui social gli interventi della tifoseria si ha l’impressione, che è più di una impressione, che i tifosi abbiano già considerato perso questo campionato e siano più alle prese con il tiro al bersaglio contro i responsabili veri e presunti del declassamento societario iniziato già dalla scorsa stagione. La società, da parte sua, comincia già a parlare di “rifondazione” e traccia le linee di massima dei prossimi movimenti da porre in essere per liberarsi dei tantissimi prestiti e di alcuni contratti onerosi oltre a giocatori che hanno fatto solo una “comparsata”.

Eppure vorrei ricordare che ci fu un campionato, quello vinto con una promozione da Valentino Angelillo dove a due giornata dal termine sembrava impossibile centrare la promozione perché troppi risultati si sarebbero dovuti incasellare in un certo modo favorevole per i biancazzurri... e il miracolo ci fu.

Personalmente, pur essendo un uomo pratico, ma profondamente osservante, ai miracoli ci credo... Lo stesso filosofo francese Pascal fa un ragionamento sulla esistenza di Dio che conduce alla conclusione che conviene credere in Dio, nel mio caso ai miracoli. Infatti, se Dio esiste, si ottiene la salvezza; se Dio non esiste, si è vissuto un'esistenza lieta pur nella consapevolezza di finire in polvere. Come dire: credo nel miracolo, in attesa, se avviene, ho coltivato una speranza; se non avviene, pazienza, me ne faccio una ragione: i numeri lo avevano già anticipato...O no?

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