Ci sono volute tre gare (una di Coppa contro una squadra di quarta serie e due di campionato) per far capire, anche ai sostenitori d’ufficio, che il mercato operato da Sebastiani, con la passiva partecipazione di Bocchetti, era fallimentare: giocatori presi con il compito di risistemarli fisicamente, giovani imberbi, di sicuro avvenire ma di scarso presente, da far crescere per altre società che si impegnano a dare la “cagnotta” al Ferguson collinare, giocatori in prestito e cessioni da qualche anno assurde… basti pensare a Machin la cui partenza ha declassato Galano, o Zappa o tanti altri ancora di cui ho scritto abbondantemente in tempi doverosi.

Dove sono i “colpi di mercato” esaltati dalla stampa di regime?

Gli stessi che hanno messo penna, cervello e microfoni al servizio del mercante, ora fanno consumo di parole per dare la colpa ai giocatori (che colpa ne hanno se sono stati presi per giocare in un campionato a loro inadatto?) o a Oddo che ha il solo torto, o direi la sola furbizia, di aver ottenuto un contratto biennale per accettare tutto ciò che il genio mercantile gli ha proposto.

Massimo Oddo ha parlato in conferenza stampa dopo la brutta sconfitta del Pescara contro la Reggina: "Dobbiamo lavorare tantissimo. Dopo il rigore sbagliato ci siamo spenti, abbiamo abbassato la testa. Dobbiamo capire che nelle partite ci saranno sempre momenti difficili, sia a livello tattico che mentale".

Solo ora hanno capito che Bellanova lo scorso anno ha giocato 17 minuti. Che abbiamo una difesa che lo scorso anno ha preso gol a raffica e continua con lo stesso ritmo quest’anno, e ora se ne va anche Drudi che non è un fulmine di guerra ma il suo compitino lo sa fare.

Con una faccia di bronzo che non ha eguali Sebastiani ha detto che: “La società ha visto la partita e che dobbiamo stare calmi. Con il lavoro miglioreremo."

Lavoro su chi?

Ci sono due giorni per rimediare e per mettere mano al portafoglio e prendere tre giocatori validi, non scommesse da fare ancora sulla pelle della passione dei tifosi biancazzurri.

Dicendogli queste cose, quando c’era ancora tempo per rimediare, l’unica mossa dialettica del presidente e dei suoi lacchè è stata quella di tentare di definirmi nemico del Pescara come se lui fosse il Pescara e non colui che dal Pescara sta raschiando fino all’ultimo centesimo, senza investire per la crescita del patrimonio sociale, una parte lecita di quanto incassato dal 2012 ad oggi.

Parla di un valore del Pescara di diciotto milioni e di circa sei milioni di debiti per cui potrebbe lasciare solo dietro una offerta di circa dodici milioni pretesi per cosa?

Non ha un parco giocatori di proprietà di qualche concreto valore commerciale, non ha una struttura di proprietà… e dovrebbe dire chiaramente come stanno le cose con il Poggio degli ulivi e con l’albergo EKK.

Voci “serie” mi dicono che gli stessi sono proprietà di una società facente capo allo stesso Sebastiani o a persone di sua fiducia e che, quindi, queste società si fanno pagare dalla Delfino S.p.A. i compensi per le utilizzazioni… Mi auguro fortemente, per Pescara e per i tifosi, che queste voci siano soltanto voci…

Due giorni per rimediare. Due giorni per non creare i presupposti per un malessere calcistico che potrebbe esplodere tra i tifosi stanchi di essere sfruttati e presi per i fondelli dal mercante dello stadio che appare sempre di più come un “genio del male”, tra i rari, se non unico presidente in Italia, a “guadagnare” con la società di calcio a spese di una intera città.

I pochi suoi “sostenidioti” dicono: Se ci sono persone più brave perché non si fanno avanti?

Perché, facile rispondere, non vogliono arricchire ancora di più questa “sanguisuga” che non sa cosa significhi la filosofia del calcio e dell’amore per la squadra ma, con operazioni al limite della ragionevolezza (pensate ai bond… ancora in sospeso, alle sovvenzioni della Fondazione Caripe… alle tante mistificazioni con progetti presentati e pubblicizzati e finiti nel cestino…), fa solo e soltanto i suoi personali interessi.

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