Il mio romanzo “Dove sei?” che, in definitiva è la storia di un uomo alla ricerca di Dio, sta avendo notevole successo tanto che ho dovuto pubblicare una seconda edizione con la prefazione di Fabio Rosica. I miei primi lettori hanno evidenziato la buona cultura biblica che si rivela attraverso le pagine del romanzo e, data la mia estrazione nota di giornalista sportivo, in molti si sono ritrovati favorevolmente sorpresi e mi hanno chiesto da dove avessi appreso certe “conoscenze”. Non mi è difficile mettere in evidenza la proficua collaborazione durata alcuni anni con don Remo Chioditti, direttore di Radio Speranza, che mi volle come giornalista all’interno della sua radio. Il mio mentore, quindi, è stato don Remo Chioditti che mi ha “illuminato” nella scoperta della lettura della Bibbia che mi ha affascinato e mi coinvolge quotidianamente. Chagall scrisse: “Mi è sempre sembrato e mi sembra tuttora che la Bibbia sia la principale fonte di poesia di tutti i tempi.” È molto triste vedere come i nostri ragazzi non conoscano i testi biblici. La Bibbia non è solo un libro sacro. È un libro di letteratura che offre contenuti di più letterature, quelle dell’antico vicino Oriente, e come tale andrebbe studiato tra i banchi di scuola. Sarebbe bello che nelle scuole docenti di lettere e di religione si ritrovassero insieme per parlare di questi grandi libri di letteratura ai propri studenti, senza il quale non si capirebbe l’80 per cento dell’arte, Dante, Petrarca e persino Nietzsche. Un grande scrittore come Umberto Eco ripeteva spesso: “Perché i ragazzi devono sapere tutto degli dei di Omero e pochissimo di Mosè? Perché devono conoscere la Divina Commedia e non il Cantico dei cantici (anche perché senza Salomone non si capisce Dante)?”. Come sarebbe bello presentare la Bibbia come il libro che ci capisce, fatto di storie dii tutti i giorni che ora come allora provocano le nostre coscienze e aprono ad orizzonti e sentieri ancora da percorre. La Bibbia non è solo questione di preti e addetti ai lavori ma questione di tutti, perché senza questa grande biblioteca di libri non è possibile conoscere a fondo la nostra amata cultura occidentale, la nostra storia. Mi sembra inutile ricordare come la Bibbia costituisca un patrimonio culturale per tutti gli uomini; essa è stata definita il Grande Codice in cui la cultura occidentale può trovare le proprie radici, ma il suo contenuto va oltre i confini dell’Occidente e intende parlare a tutta l’umanità per avviare un confronto sul significato ultimo della vita e del mondo. Le Sacre scritture sono l’universo entro cui la letteratura e l’arte hanno operato fino al XVIII secolo e stanno ancora in larga misura operando” è venuto il tempo di modificare l’atteggiamento laicistico che ha caratterizzato la scuola italiana, dalla sua istituzione ad oggi, e che ha portato all’esclusione della Bibbia e della Teologia dalle scuole pubbliche e dal dibattito culturale. La Bibbia si presenta non solo come testo della fede (o delle fedi), ma anche come testo della cultura, come un classico, ovvero come libro che trascende i confini di una tradizione particolare. Interpretare un classico è riconoscere ad un’opera la rivendicazione di verità permanente e pertinente per ogni generazione successiva. Nel mio romanzo “Dove sei?” mi pongo delle domande e trovo delle risposte, per me valide, potrebbero essere valide anche per voi lettori.

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