Domenica sera, passeggiata sul lungomare con Maggie e, nell’aria ancora calda di una giornata quasi torrida, mi giungo all’orecchio delle note di una canzone. C’è un artista di strada uno di quelli che si esibiscono in luoghi pubblici (piazze, zone pedonali, strade) gratuitamente o richiedendo una piccola offerta. Le esibizioni sono molto varie e l'unica costante è quella di offrire al pubblico uno spettacolo d'intrattenimento.

Con il suo strumento sta suonando Violino tzigano. Mi avvicino commosso perché questa è una canzone dei mei anni giovanili e mia madre la canticchiava spesso mentre si affaccendava per casa.

Ricordo che era una canzone scritta dalla celebre coppia formata dal compositore Cesare Andrea Bixio e il paroliere Bixio Cherubini nel 1937, riscosse fin da subito grande successo diventando così un brano immancabile nel repertorio dei grandi cantanti italiani dagli anni '30 in poi.  Il testo racconta di un amore finito o rimasto lontano... mentre un violinista zingaro d'Ungheria fa da sfondo. Dicono i malevoli che noi pescaresi siamo “zingari” ed io volli esserlo con la mia rubrica spaziando sui vari temi della vita di tutti i giorni, libero come un tzigano di passare da un tema all’altro secondo la mia ispirazione del momento.

Era la canzone preferita di mamma Gioia e, quando mi proposero in televisione di fare una rubrica settimanale con ospiti in studio, e di proporre un titolo non ebbi alcuna esitazione e, nel ricordo, di quella splendida donna che seppe regalarci una vita serena pur essendo negli anni Quaranta, detti il titolo di Violino tzigano alla mia trasmissione che ebbe un notevole successo per una decina di anni.

Arrivato nei pressi del violinista posai una banconota sul suo cappello e restai in religioso silenzio ad ascoltarlo.

L’artista, forse, capì quanto mi fosse caro quel motivo musicale e suonò davvero bene. Lo applaudii , mentre tornavo sui miei passi rividi nella mente i vari momenti televisivi, i personaggi invitati, le emozioni vissute per quelle trasmissioni trasmesse in diretta e che vivevano secondo il mio estro sostenuto ed accompagnato dalla bravura di due registi che ebbi nel periodo Luca Teseo e Leo Di Blasio, due professionisti che sapevano mandare in onda le giuste immagini che prendevano dal nostro archivio senza che avessero una scaletta.

Sigla, presentazione degli ospiti e via per un’ora a conquistare ogni volta un gradito successo.

Violino tzigano, quanto mi manchi ora. Dal mio telefonino cercai la pagina giusta e in cuffia riascoltai ancora una volta quelle dolci note così romantiche.

Quando ascoltiamo musica, una melodia o una canzone l'emozione può scatenare inconsciamente un processo di identificazione che consente di esplorare i vissuti depositati nella memoria implicita legati alle prime e più significative esperienze relazionali della nostra vita.

La memoria episodica si riferisce ad un processo che avviene nel momento in cui un brano musicale evoca il ricordo di un evento particolare vissuto dalla persona che ascolta.

Tramite la memoria episodica le emozioni si manifestano poiché un brano musicale riporta alla mente ricordi specifici e connessi con determinate emozioni.  

Queste emozioni vengono memorizzate associandole all’esperienza vissuta, e ciò permette la rievocazione delle emozioni nel momento in cui viene ricordata l’esperienza.

Secondo Lang i ricordi evocati dalla musica sono legati soprattutto alle relazioni sociali, ma in realtà, coinvolgono qualsiasi tipo di evento come per esempio una vacanza, un concerto musicale, la vittoria di un incontro di calcio, la morte di un nonno o i ricordi d’infanzia o una trasmissione televisiva come nel mio caso personale.

 A tutti è capitato di provare diverse emozioni attraverso la musica: tristezza, gioia, sorpresa, paura… È uno strumento che ci trascina verso le nostre emozioni e che le trasforma, facendo spuntare il sole in un giorno plumbeo o ricordandoci persone e situazioni vissute, che per un attimo tornano a noi. E tutto questo perché le melodie hanno il potere di farci tornare al passato.

La nostra coscienza riesce a richiamare alla mente più facilmente l’apprendimento che è avvenuto in concomitanza con un’emozione. Per questo motivo, tutti i ricordi che risvegliano un sentimento e sono associati ad un’emozione sono più facili da ricordare.

La musica ha il potere di riportare alla mente ricordi relazionati sia con il contenuto del testo della canzone sia con un evento che è avvenuto mentre ascoltavamo quella canzone. Riesce a trasportarci nell’istante esatto in cui è accaduto un evento e a farci rivivere le emozioni di quella situazione.

Le emozioni facilitano il ricordo

Non è la stessa cosa ricordare un momento che per noi è importante ed è legato ad emozioni forti che ricordare qualcosa che non ha avuto nessun impatto nella nostra vita. Le situazioni per noi significative sono sempre quelle a cui la memoria ha più facile accesso.

La musica ha un legame così stretto con le emozioni, può fare da stimolo e aiutarci a ricordare più facilmente.

Risentire una canzone che ascoltavamo sempre anni addietro ci porterà alla memoria quegli anni, e potremmo persino sentirci di nuovo come ci sentivamo a quell’età. Riportare alla memoria tutto questo è più facile grazie alla musica, e ricorderemo molto di più di quanto non avverrebbe senza di essa.

La musica scandisce il tempo della nostra vita, come la colonna sonora di un film, esaltando i momenti felici e consolandoci nei momenti più tristi. La musica è una magia che nasce dalla combinazione di note che seguono regole e convenzioni proprie e che trova vita negli strumenti musicali così candidamente sfiorati da chi di quella vibrazione ha fatto un modo di essere o da chi, attraverso la propria voce, materializza suoni soavi. Una musica che assume ancora più vigore quando viene accompagnata dalle parole di un cantautore capace di creare poesie che toccano il cuore.

“Suona solo per me, O violino tzigano, Forse pensi anche tu, A un amore, laggiù. Sotto un cielo lontan.”

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