Dopo il pareggio di Bari, conquistato giocando per più di metà gara in dieci uomini, l’allenatore Gorgone ha dichiarato: “La squadra ha mostrato grande sacrificio, non siamo morti, non l’ho mai pensato”.

Gorgone ha inoltre respinto con decisione l’idea che il Pescara abbia già rinunciato a lottare, dichiarando: “Se qualcuno pensa che abbiamo già abdicato non è così”.     

Ha riconosciuto la presenza di “limiti”, considerati però parte delle sfide della Serie B, e ha concluso sottolineando l’importanza dei risultati futuri come principale motore per la crescita della squadra.

Il presidente Sebastiani. “Il pareggio ci sta in quanto alla fine abbiamo giocato più di 60′ in 10 uomini contro una squadra che magari sarà anche in difficoltà in questo momento, però è una squadra forte, quindi il pareggio ci sta tutto. Il problema è che non dovevamo rimanere in 10 e probabilmente in 11 sarebbe andata in tutt’altro modo perché il Pescara fino a quando è stata in 11 ha fatto una grandissima partita.”

Anche i commenti dei vari cronisti pescaresi sono improntati su valutazioni positive e sulla definizione, concorde, che la squadra è viva.

Personalmente, pur condividendo la valutazione di massima sulla prestazione barese, guardo l’insieme del torneo e dei valori espressi fin qui dai biancazzurri, e sono dell’avviso che bisognerebbe dare i giusti valori anche alle altre squadre, come dire che, se il Pescara è vivo, le altre lo sono in maniera decisa, e parlo di Spezia e Sampdoria le cui vittorie ci hanno reso ancora più difficile la risalita verso il quintultimo posto in classifica.

Opinioni, in parte condivisibili, quelle espresse dai giornalisti pescaresi che, però, danno la sensazione di essere troppo legati al pensiero del Ferguson collinare che, dopo aver fatto personalmente i movimenti di mercato e presentato in definitiva una squadra non equilibrata, non ha trovato di meglio che penalizzare Vivarini.

Il tecnico nostrano non è certamente un’aquila, ma nemmeno una “carta coperta” come vorrebbe far credere il mercante che continua a guardare più i suoi conti personali che le necessità tecniche della squadra.  E questa impressione è avallata dalle voci di cessioni e di arrivi che trapelano dai corridoi della società.

L’ottimismo che trapela dalle parole dei responsabili del Pescara e dei loro fedeli esponenti della stampa locale, mi appare esagerato.

È vero che cinque punti sono colmabili se la squadra ingrana e comincia a fare risultati pieni e non striminziti pareggi, ma è puranche vero che bisogna rapportarsi ai risultati delle altre società che hanno già fatto capire che a gennaio faranno movimenti certi e mirati per rafforzare le loro squadre.

Farà altrettanto il nostro “Capo” o starà aspettando qualche risultato a sorpresa per continuare a decantare la bontà del suo lavoro nel mercato estivo rovinato da Vivarini ed evitare quei tre acquisti importanti che dovrebbero essere fatti, salvo poi scaricare anche su Gorgoni i mancati risultati futuri?

Visto che già altre volte ha “infinocchiato” l’ambiente calcistico, che appare colpevolmente cloroformizzato, non è fuor di luogo temere gli atteggiamenti “pinocchieschi” di un istrione che da un decennio fa affari d’oro personali sfruttando la passione dei tifosi pescaresi che, sorprendentemente, considerando le passate contestazioni verso presidenti molto più efficaci e positivi dell’attuale, tacciono e subiscono una situazione che, al di là del fatto che la squadra sia ancora viva, è ultima in classifica e si presenta con una difesa che ha subito trenta reti in quindici partite! Ricordate che gli attacchi forti fanno vincere le partite ma le difese deboli fanno perdere i campionati. E il prossimo avversario è il Frosinone primo in classifica.

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