Questo breve articolo sul Jazz nasce da un incontro di carattere sportivo con il batterista Luigi La Verghetta appassionato di calcio e soprattutto del Pescara di cui è  un vivace sostenitore.

In occasione della consegna del volume La Storia della Pescara calcio, mi ha parlato della sua passione musicale e del Jazz in particolare e mi ha fatto scattare l’idea di scrivere questa breve nota he è un po’ il sunto della nostra chiacchierata su sport e musica.

Sappiamo che la musica ci circonda, che ci coinvolge e ci emoziona. Ma se è indubbio questo suo valore universale, va considerato che la musica viene anche vissuta da ciascuno di noi in modo assolutamente personale. Questo perché, ad influenzare il nostro rapporto con essa, entrano in gioco fattori individuali: i gusti personali.

Oltre ad ascoltare il ritmo, la melodia, gli strumenti impiegati nell’esecuzione e la voce del cantante, entrano in gioco fattori che dipendono dalla nostra identità personale. Questa consiste nella rappresentazione che abbiamo di noi nel mondo e si manifesta attraverso la nostra personalità.

Essa racconta la storia della nostra vita, il percorso che abbiamo fatto, le persone che abbiamo avuto vicino, le situazioni che abbiamo vissuto e ci porta ad avere un certo modo di pensare che, a sua volta, condiziona le nostre scelte a tutti i livelli, anche sul piano musicale.

Le musiche che scegliamo diventano in un certo senso un biglietto da visita che comunica agli altri qualcosa di noi. Per contro, identificarci in un genere ci fa sentire parte di un mondo che condivide quelle idee e quei valori dandoci modo di confermare la nostra identità personale.

Molti amano il jazz. Che cosa caratterizza la musica jazz?

I principali elementi del jazz sono due: ritmo e improvvisazione. Dal punto di vista tecnico il jazz moderno è caratterizzato dall'uso estensivo dell'improvvisazione, di blue note, di poliritmia e di progressione armonica usate in modo diverso rispetto alla musica classica.

Ci sono vari tipi di jazz:
Hot jazz, ossia il jazz originario tipico di Luis Amstrong, basato sull'improvvisazione solistica. Sweet Jazz, più vicino alla melodia dei modelli occidentali. Free jazz, si rifà all'improvvisazione collettiva simultanea. Cool jazz, il cui leader fu il sassofonista Lester Young.

La musica jazz esprime emozioni intense, con suoni molto variegati, alternando forti tensioni a (spesso parziali) risoluzioni, mantenendo un senso di aspettativa in ciò che avverrà successivamente.

Il Jazz è uno stile di musica contemporaneo, nato nelle regioni meridionali degli Stati Uniti e diffuso in tutto il mondo, esprimendo in un nuovo modo i problemi dell'uomo moderno e caratterizzato ad una grande carica ritmica, dall'improvvisazione e un timbro vocale collegato ai cantanti afroamericani.

Le radici del jazz affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri (sebbene molto contaminata dalle culture europee, soprattutto inglesi e francesi, dominanti nel sud degli Stati Uniti).

Come mai questo termine jazz?

Questo perché i primissimi musicisti afroamericani, pionieri del jazz, come strumenti a percussione utilizzavano appunto dei vasi. La similarità di pronuncia tra “to play jares” e “to play jazz” avrebbe col tempo portato alla nascita del termine jazz.

Il jazz, dunque, è sempre utilizzato come strumento per sostenere la pace, il dialogo tra le culture, la diversità, il rispetto dei diritti umani e della dignità umana. La musica come mezzo per sradicare la discriminazione, promuovere la parità di genere e la libertà di espressione.

Come si riconosce? Il jazz si riconosce per la sua improvvisazione ritmica e melodica, che lo rende un genere unico e diverso ogni volta che viene suonato.

Gli strumenti musicali che in genere vengono utilizzati per creare musica jazz sono il pianoforte, il sassofono, la tromba, il contrabbasso e la batteria.

In Abruzzo, e precisamente a Vasto, c’è un trio che da anni riscuote molto successo e tra l’altro hanno suonato al famoso Snug Harbor di New Orleans il 21 maggio del 2000 con l’Angelo Canelli Trio.

L’attuale trio composto da La Verghetta, Sabatini, Mancini sta portando avanti l’opera dell’Angelo Canelli Trio.

Angelo Canelli nel 1998 ha vinto il primo premio della categoria professionisti al Concorso Nazionale di Musica Jazz di Baronissi e si è piazzato tra i primi cinque pianisti al Premio Massimo Urbani di Urbisaglia; nell'anno successivo ha partecipato al Festival della musica Afro-americana organizzato dalla Sima e tenutosi a Pescara e da allora ha suonato con alcuni tra i più grandi musicisti della scena internazionale come Steve Grossman, Mike Stern, Eddie Henderson, Jimmy Owens, Cameron Brown, Bruce Forman, Bob Mintzer, Jason Marsalis, Kitty Margolis, Danny Gottlieb, Giovanni Tommaso, Giulio Capitozzo, Stefano Di Battista, Fabrizio Bosso, Kyle Gregory.
Nel gennaio 2001 ha partecipato alla trasmissione Invenzioni a due voci di Rai Radio 3 esibendosi in diretta per una settimana.

Ma la sua attività di musicista jazz, iniziata nel 1984 sotto la spinta anche del suo caro amico batterista Luigi La Verghetta (già suonavano insieme  nel Gruppo Attack dal 1983), è stata tragicamente interrotta a 39 anni, a causa di un drammatico incidente stradale verificatosi nella notte del 7 luglio 2006  sulla corsia sud dell'autostrada A14, in territorio di San Vito Chietino, nelle vicinanze del casello di Lanciano.

La passione per la musica e l’affetto per il loro amico scomparso, li ha fatti decidere di continuare sul tracciato proposto da Angelo Canelli.

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