È tempo di smetterla di fare la parte degli ingenui e di accorgersi dei diversi problemi del mondo del calcio. Gli ingaggi impressionanti trasformano il gioco in puro business, i ritmi forsennati costringono i giocatori a sforzi straordinari ed il rapporto controverso tra squadre e agenzie di scommesse si rafforza di giorno in giorno. E attività collaterali producono decine e decine di milioni sfruttando la vanità delle famiglie che portano i figli nelle scuole calcio.

Ho quotidianamente sotto gli occhi la società Pescara calcio e, analizzando i vari aspetti della sua conduzione societaria, posso ben dire che, nel piccolo mondo pescarese, ritrovo il grande marciume del calcio nazionale.

Una decina di anni fa il mondo calcistico fu sconvolto da un autentico tsunami. Un'inchiesta della Procura di Cremona svelò l'esistenza e l'attività di un sodalizio che manipolava i risultati delle partite di calcio per poi lucrare su scommesse sicure.

Con il trascorrere del tempo e il procedere delle indagini, sono emersi sempre più evidenti i contorni di un'organizzazione ramificata in un'incredibile dimensione transnazionale, con agenti in ogni Paese. Ad alimentarla, il denaro che proviene dai «signori» delle scommesse, personaggi ancora in buona parte sconosciuti che vivono a Singapore e che in Italia hanno la loro longa manus nel gruppo degli «zingari». All'inchiesta di Cremona, si affiancarono quelle delle Procure di Bari e Napoli e della giustizia sportiva. Nella galassia degli indagati affiorarono i nomi di molti idoli degli stadi.

Una ferita dolorosa, un tradimento per quanti amano lo sport del pallone.

Il calcio non è più quello di un tempo dove si giocava per la maglia che si indossava: sono scomparse le bandiere, quei giocatori simbolo di intere città.  

Non c’è più l’attesa della partita per una settimana intera: anche il calcio è diventato scontato e ripetitivo. In aggiunta a questo, il gioco viene sottomesso a logiche di profitto sempre più invasive, evidenziate dal rapporto tra le squadre e le agenzie di scommesse.

Pescara ha ricordi amari per quanto attiene il gioco delle scommesse e ha ferite non tutte messe in chiaro per quanto riguarda il discorso delle plusvalenze dove tutti cercano di confondere le acque mischiando le plusvalenze reali con quelle fasulle e si ha l’abitudine, oggi, di considerare normale che dei giovanissimi passino da una società all’altra per milioni di euro senza mai scendere in campo.

Pescara sta vivendo anni pesanti che l’hanno portato dalla Serie A alla Serie C in poco tempo e senza che si vedano sbocchi positivi.

Il calcio, ai suoi livelli più alti, è continuamente alla ricerca di nuovi introiti. Il campo rimane la fonte dello spettacolo di milioni di appassionati, ma dietro si muove la macchina del business.

I tifosi pescaresi, scontenti dell’operato del loro presidente, gli chiedono ingenuamente di andare via.

Non riescono ad accettare l’amare realtà che il Ferguson collinare non lascerà fin quando potrà fare affari nel mondo del calcio che, badate bene, ha dei risvolti che rendono milioni a vari livelli: grandi movimenti in entrate e in uscita di giocatori che consentono di fare la cresta sui contratti; scuole calcio; offrire alle società maggiori l’impegno di “allevare” i loro giovani talenti garantendo anche le presenze sul campo ricevendone in cambio premi di “valorizzazione”.

Ma il giro di affari anche in serie C è notevole: 10 - 15 anche 20mila euro per gli under da far debuttare in serie C con minutaggio stabilito.

Spesso i responsabili dei  settori giovanili fanno accordi economici con i genitori  garantendo pure dei minutaggi dei figli. Oltre alle spese per i provini di tre giorni con obbligo di soggiorno in una determinata struttura.  

Il tutto grazie a ds dg e procuratori complici ci questo giro di affari.

Società che fanno affari e soldi senza tirare fuori nemmeno un euro, basta contattare padri con portafogli capienti e, udite, anche allenatori disposti a pagare per allenare.

Il calcio italiano è malato e non ci sono cure viste le pene irrisorie con cui gli addetti a lavori vengono sanzionati.

Ho parlato di ingenuità dei tifosi perché non vogliono capire quanti milioni girano per le casse sociali con attività collegate alla prima squadra e insistono nel chiedergli di andare via facendosi solo del sangue amaro.

Il Ferguson pescarese lascerà solo quando la Magistratura potrà intervenire su alcuni episodi che, guarda caso, passano dopo qualche mese nel dimenticatoio e tutto va ben “madama la marchesa”.

A breve la società ufficializzerà l'allenatore che guiderà il Pescara nel prossimo campionato di C.  

Dal 2012 ad oggi, infatti, sulla panchina biancazzurra si sono seduti ben 19 allenatori. Tra questi alcuni hanno vissuto più di un'esperienza e i vari ritorni portano a 21 il totale degli avvicendamenti.

Daniele Sebastiani e Daniele Delli Carri, avanti insieme.

La coppia non scoppia fin quando ci sarà da dividere capitali e interessi.

Per tenere buoni i soliti ingenui tifosi basta far circolare, (tramite i reggi microfono di turno, e i lecchini sempre pronti a rispondere di sì), voci di cessioni, interessi importanti di cordate che puntano sui valori (quali?) di una società che pure ha oltre venti milioni di passivo e nessun bene patrimoniale da accampare.    Delli Carri e Sebastiani, ovvero il gatto e la volpe, che ingigantiscono il valore dei propri affari nuotando nel mare marcio di un calcio malato e, comunque, sostenuti dalla fede di alcune centinaia di tifosi a discapito di quei tifosi, entusiasti e sofferenti, uniti attorno alla bandiera dei Rangers.

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