Molta della sofferenza che ci infliggiamo è legata al fatto che non vogliamo vivere il momento presente. Preferiamo tormentarci nel passato oppure avere timore per il futuro, ma sfuggiamo in questo modo l’unico momento vero che ci è dato vivere, legato al nostro oggi, al qui ed ora.

Immagino il tifoso biancazzurro come una persona ansiosa che si tormenta per il fatto di aver vissuto, pochi anni fa, le esaltazioni della Serie A. E lo immagino, ora, intimorito per quello che potrà avvenire nel futuro.

Lo sento, infatti, commentare la posizione della Torres, nostra avversaria lo scorso anno, che chiuse il campionato in seconda posizione, dopo un torneo giocato quasi alla grande ed ora si ritrova ancora in Serie C non avendo guadagnato le semifinali dei play off.

Eppure c’è un presente tutto da vivere.

Ma il mio ipotetico tifoso soffre perché non sa vivere il momento presente che è, poi, l’unico momnto vero che ci è dato da vivere: il passato non c’è più, il futuro è tutto da vedere, solo il presente è reale.

Questo momento va vissuto, studiato, realizzato per far sì che il futuro non sia doloroso ma foriero di grandi soddisfazioni. Ma ci vuole programmazione, non solo chiacchiere intorno a tavole imbandite.

Il libro del Qoelet ci mette in una giusta prospettiva: “Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante... , un tempo per tacere e un tempo per parlare.

Il nostro Ferguson collinare ha parlato molto e non ha raggiunto il traguardo che credeva alla sua portata e, invece di far tesoro della sconfitta, non sa tacere e continua a parlare forte della presenza, al suo tavolo, dei poteri forti che lo aiuteranno, lui crede, a realizzare i suoi progetti.

Il mio tifoso, con le sue contestazioni, pensa di poter controllare la situazione e di riuscire ad avere il rispetto dovutogli da parte del mercante.

Sarebbe bene che capisse, invece, che è inutile affannarsi pensando di avere un controllo su tutto quello che ci accade, esiste un tempo per tutto, un tempo che si dipana secondo il disegno della nostra vita così come lo vuole il Signore.

Se riuscissimo a vivere avendo la forza di non affannarci, la nostra vita sarebbe completamente diversa. Ma non ci riusciamo. Siamo onesti con noi stessi, preferiamo vivere attanagliati nell’angoscia che ci prende quando siamo schiacciati dal pensiero del passato e del futuro, che non esistono più o non esistono ancora.

Proprio perché ci affliggiamo fra passato e futuro, che non sono in nostro potere, soffriamo.

L’unico potere, se così possiamo impropriamente dire, lo abbiamo sull’oggi.

Del resto tutto questo era già stato intuito da Seneca, che chiedeva di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.

È vergognoso dire una cosa e pensarne un’altra.

Ecco perché critico il mercante che parla sempre cercando di confondere il tifoso con le promesse altisonanti e con i fumogeni copre sempre le verità che non si devono conoscere aiutato dai suoi reggi microfono.

Spesso, chi perde una partita, dice che è stata solo una questione di episodi. Ma tutta la vita è fatta di attimi presenti, di episodi, e valgono quelli per chi vuole operare qualcosa.

Il passato è già passato e il futuro ancora non c’è. Ci sarà quando diverrà “presente”. È il presente che conta, e deve essere vissuto bene, fino in fondo.

Tutto questo dovrebbe capire il nostro Ferguson che, invece di operare un presente corretto e dinamico, cerca di confonderci con promesse che non manterrà e con visioni che sanno tanto di fumo negli occhi del mio ipotetico tifoso.

Il problema è che crede di essere più furbo degli altri e, con le sue “maule”, invoglia a seguirlo personaggi che gli danno o mezzi concreti o appoggi sostanziosi per fare le sue scalate professionali o mercantili. Prima ci fu De Cecco, poi una miriade di soci accantonati senza nessun ritegno, poi Oreste Vigorito, poi Marinelli, poi Silvio Brocco presidente del Pineto, ora Luciano Campitelli e, preso dalle sue mire ambiziose, è tutto proiettato nel futuro, e ha dimenticato un passato poco onorevole e un presente che gli sfugge.

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