I nostri professionisti dell’informazione, essendo per mestiere propagandisti del verbo, non sanno e non possono distinguere ruoli e funzioni e finiscono, a riprova della loro confusione, per risolvere ogni cosa nella famosa immagine egheliana della “notte in cui tutte le vacche sono nere”.

Sulla scia di teppisti della disinformazione parlano a sproposito    disinvoltamente di operazioni di mercato in corso, di trattative in essere con nazioni estere con cordate tricolori e secondo la fantasia di ognuno ogni giorno propinano ai poveri tifosi decine di notizie che non hanno alcun valore concreto.  

Tace la società, tace l’ufficio stampa, solo alcuni ardimentosi blogger cercano di scavare qualcosa dal nulla.

Dal Ferguson collinare solo fumogeni.

Proprio vero, come diceva Metastasio, che “sempre in bocca al reo fugge la verità”.

Spesso gli adulti utilizzano la frase “le bugie hanno le gambe corte” al fine di incoraggiare l’impegno morale del bambino e stimolarlo a essere sincero.  
Quali sono i motivi che spingono una persona a inventare una realtà diversa e nascondere la verità?   La bugia in certi frangenti può rilevarsi positiva in base alle convenienze del momento. Ciò significa che la bugia può essere uno strumento di difesa e di protezione e non solo di attacco e di imbroglio. Spesso si situa al confine tra il bene e il male, l’utile e il dannoso.
Dal punto di vista psicologico la bugia può essere una modalità di difesa per poter sopravvivere. Di fatto anche nel mondo animale e vegetale esistono i mentitori, come ad esempio il gatto quando gonfia il pelo sul dorso di fronte a una minaccia, è solo in parte il risultato di una preparazione all’attacco in quanto è anche un’enorme bugia che egli tenta di raccontare: vuole provare a mostrarsi più grosso di quello che è per spaventare l’avversario e ingannarlo.

Certo è che ci sono i mentitori incalliti, coloro che mentono su tutto e credono alle continue bugie che raccontano. In questi casi la bugia può collocarsi all’interno della patologia. Di solito sono persone che hanno una falsa immagine di sé o di coloro che fanno fatica a adattarsi alle regole sociali e ad assumersi le proprie responsabilità.
A riguardo è stato condotto uno studio da un gruppo di ricercatori della University College of London che ha precisato che quando si dicono bugie ripetutamente il cervello potrebbe “adattarsi” velocemente alla disonestà e perdere di vista la realtà.

Ora non voglio accusare nessuno della società di essere disonesto nel campo della informazione, né dire che qualche collega si presta facilmente a coprire con questo lancio di fumogeni la mancanza, almeno per ora di operazioni concrete e reali.

Viene però da domandarsi il perché di questo proliferare di annunci di presunti colpi di mercato, di attività frenetiche nello scegliere l’acquirente più idoneo, secondo i parametri del mercante di casa nostra, che sarà lui a decidere, lo ha detto in più di una occasione, chi ha il pedigree giusto per acquistare il Pescara.

Già in questa protervia si capisce che ci muoviamo nel nulla: se uno volesse il Pescara ed avesse i soldi per arricchire ancor di più un dirigente che è stato capace di far lievitare il passivo della società oltre i venti  milioni di euro, dovrebbe anche documentare i suoi valori morali e personali per definire l’acquisto?

Suvvia, un pizzico di serietà sarebbe auspicabile.

“Garantire al cittadino un’informazione corretta e trasparente, al servizio esclusivo della verità, non dei potenti o dei tifosi: è questo il dovere del giornalista”.

“La credibilità è la sfida più grande per i giornalisti che hanno il compito di aiutare i cittadini, fornendogli una chiave di lettura, in modo tale che le notizie siano davvero materia di scelta”. Per far questo, per assicurare, cioè, “una stampa che non presti il fianco a questa o a quella parte, un giornalismo fatto di professionisti liberi, non di mercenari.

Orbene, in questi ultimi dieci anni, il mercante è riuscito a fagocitare la stampa locale, ad avere una televisione di riferimento che usa come fosse sua, ad avere un gruppo di fedelissimi reggitori di microfono che ogni giorno ci bombardano di notizie che sono paccottiglia il giorno dopo e si ha la piena consapevolezza che esse non sono notizie ma fumogeni per coprire una situazione che, se chiarita, metterebbe in difficoltà parecchie persone, anche a livello di amministratori pubblici.

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