Daniele Sebastiani finisce sotto inchiesta per falsi in bilancio.   La Guardia di Finanza ha perquisito le sedi biancazzurre di Pescara e Città Sant’Angelo per acquisire atti e documenti. L’inchiesta è portata avanti dal Sostituto Procuratore, Andrea Di Giovanni e riguarda i bilanci dal 2015 al 2017, gli stessi del filone portato alla luce dall’ex AD, Danilo Iannascoli, in sede civile. Con questa iscrizione nel registro degli indagati del Presidente della Delfino Pescara 1936, la diatriba tra Sebastiani e Iannascoli, avrà risvolti penali.

Non è solo il problema delle plusvalenze a tenere “sotto schiaffo” il presidente che ostenta sempre la massima sicurezza e risponde con toni arroganti a chi gli chiede un commento:

Quei bilanci erano non conformi e dunque andava dichiarata la nullità della sua approvazione.  Con sentenza numero 448 del 28 settembre 2020, resa pubblica il 22 ottobre 2020, il collegio presieduto dal giudice Christian Corbi e dai colleghi Monica Croci e Giovanni Spagnoli emise un verdetto pesante nei confronti della società presieduta da Daniele Sebastiani. Ma quel giudizio va allargato al sistema di controllo della Figc, che ancora una volta ha fatto default e se lo vede certificare da un tribunale della Repubblica. Ora si attende nel mese di giugno, ma potrebbe slittare a settembre la decisione finale del Tribunale.

Il normale tifoso si chiede? Ma la Federazione, la Procura Federale, la Covisoc, lo stesso presidente Gabriele Gravina che fanno? Sono in vacanza? Non seguono le vicende ufficiali dei Tribunali? Hanno altri interessi che il normale cittadino non comprende?

Per quanto attiene la richiesta di condanna nei suoi confronti per le plusvalenze, Sebastiani, gonfia il petto e con arroganza ribadisce:

«È un’inchiesta folle che non ha le gambe per camminare. Eravamo tranquilli prima e lo siamo ancora di più dopo l’inizio del dibattimento. Abbiamo richiesto il proscioglimento, e se dovessimo essere condannati faremo certamente ricorso. La nostra società ha operato in maniera corretta, attendiamo con fiducia la sentenza. La valutazione di un calciatore dipende da troppi fattori, l’esempio di Brunori è eloquente. Quest’anno ha già segnato 24 gol con il Palermo, ora quanto vale?».  

Ma non dice dei tanti “contratti” e delle tante “partite di giro” che gli hanno consentito di presentare bilanci idonei per le iscrizioni e che quei bilanci sono stati, alcuni, giudicati da un Tribunale farlocchi.

Non dice di giocatori che non hanno mai vestito la maglia biancazzurra e mai scesi ufficialmente in campo e ceduti per milioni con un giro di “solco copre solco” e tu “dai un gatto a me ed io un cane a te”.

Suvvia, se ci riuscite, siate seri e ridate una ripulita a questo calcio melmoso.

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