Gaetano Auteri: “Non abbiamo avuto un buon approccio, ho visto errori puerili che bisognava evitare. Di Gennaro ha fatto due-tre interventi importanti, poi ci siamo ripresi e abbiamo trovato il vantaggio. Stavamo gestendo bene la partita, ma dopo il 2-0 un altro errore di attenzione ci è costato caro. Alla fine abbiamo vinto con merito. La squadra costruisce sempre tante occasioni da gol, ma deve migliorare la fase difensiva. C’è troppa insicurezza e su questo aspetto sono un po’ preoccupato”.

Daniele Sebastiani: “Forse abbiamo preso sottogamba l’impegno, avevo detto ai ragazzi che non bisogna sottovalutare gli avversari. Se affronti le big è facile trovare gli stimoli, però dobbiamo essere bravi a giocare nello stesso modo anche con squadra meno blasonate. Di Gennaro è stato bravissimo, poi ci siamo ripresi e nella ripresa. Comunque, era fondamentale tornare al successo e finalmente ce l’abbiamo fatta. Con un pizzico di cattiveria in più e qualche errore arbitrale in meno oggi saremmo in una posizione di classifica migliore”.

Al di là delle dichiarazioni di comodo dei due principali esponenti della Pescara calcio, questa vittoria deve far riflettere su due capisaldi del campionato: la dinamica delle promozioni e il valore delle squadre.

Vanno in serie B le prime classificate dei tre gironi ed una quarta che deve vincere i play off disputati da una “montagna” di squadre che vanno dal secondo al decimo posto nei tre gironi. Come dire una scalata invernale che solo alpinisti di grande valore possono fare.

Ora la domanda è, questo Pescara, costruito non seguendo un filone di logica calcistica ma secondo logica commerciale, può arrivare primo nel suo girone? Nel caso arrivasse tra i primi dieci sarebbe in grado di vincere i play off per l’unico posto disponibile?

Per capire i veri valori del Pescara, senza farsi abbindolare dalle dichiarazioni dei due dirigenti, bisogna esaminare quanto fatto dalla squadra in queste nove partite in cui ha guadagnato, a volte in modo rocambolesco 16 punti frutto di 4 vittorie, 4 pareggi e una sconfitta con 17 gol fatti e 14 subiti.

Il Ferguson collinare, che da qualche settimana ci regala le sue riflessioni calcistiche, sentendosi ormai padrone della materia, parla di cattiveria in più da offrire da parte dei suoi giocatori e di errori arbitrali da subire in meno, dimenticandosi di esaminare la partite non da tifoso ma da tecnico, come crede di essere diventato, e quindi riconoscere che di errori arbitrali ce ne sono stati sia pro e sia contro il Pescara, se così non facesse cadrebbe in un grosso e errore di valutazione globale. Il presidente deve ammettere che la squadra che ha costruito non è in grado, oggi, potrebbe esserlo, con il lavoro di Auteri tra non molto, di proporre una fase difensiva decente.

I 14 gol subiti in nove partite lo stanno a confermare!

Se, poi, sia il presidente e sia l’allenatore, analizzano le partite con spirito equo, si renderebbero conto dei tantissimi errori nei passaggi evidenziati dai centrocampisti. Inoltre si renderebbero conto delle difficoltà della squadra nel gestire sia il possesso palla e sia la riconquista delle stessa.

Mi si potrebbe obiettare che la formazione biancazzurra ha segnato molto. E’ vero, invece, che è sui livelli delle altre formazioni tra le prime dieci e solo il Cesena con nove reti appare leggermente in ritardo.

Come dire, in definitiva, che sia benvenuta questa vittoria sofferta contro una Fermana dimessa, ma molto pericolosa nel primo tempo, ma che serva per far riflettere i responsabili tecnici sulla necessità di annullare i difetti di una formazione che non sempre potrà accampare alibi costruiti ad hoc per non far pensare e riflettere quei tifosi che, invece, ad onor del vero, leggendo i loro commenti, confermano sempre più di capire di calcio anche più del loro presidente.

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