Sebastiani, mentre cerca di addormentare ancora di più la tifoseria biancazzurra facendo parlare di squadra viva e di possibilità ancora aperte di salvezza, sostenuto dalla solita armata di reggitori di microfono, prepara la sua personale via di salvezza.

In primis, al di fuori del calcio ma con i soldi del calcio, ha in essere alcune attività che riguardano il terziario con due stabilimenti balneari da articolare nel prossimo futuro nella zona di Montesilvano, e poi incassando bene con l’attività ludica dei paddle e, in seconda battuta, con l’aiuto dei “mammasantissima” del calcio nazionale, con i quali è in combutta, sta “disperatamente” cercando di invogliare una società di Serie A a prendersi il Pescara come società satellite con un contributo annuale di circa cinque milioni.

Il mago dei conti, infatti, ha fatto le sue operazioni contabili, almeno sulla carta: piccolo paracadute per la C, contributi lega e tv, e qualche giocatore ancora da vendere, avrebbe garantita la gestione anche in Serie C, dove, è vero che non potrebbe fare le lucrose operazioni fatte finora in Serie B, ma pur sempre portatrici di soldini.

 Una risata megagalattica si è sentita nei giorni scorsi quando il Ferguson collinare ha dichiarato testualmente che questa allestita da lui (ribadisco solo da lui) è una squadra molto forte, anzi, la più forte degli ultimi anni... quindi la colpa sarebbe di Oddo, Breda, e Grassadonia che non sarebbero capaci di gestirla...   

Oggi i suoi lacchè hanno capito che:” A gennaio sono arrivati tanti giocatori con poco minutaggio e, quindi, senza ritmo gara o quasi. Le uniche eccezioni: Dessena che dà sempre il suo contributo anche in termini di personalità e Odgaard comunque giovane e alla prima esperienza in B. Tutti gli altri hanno deluso le aspettative. Non sono arrivati giocatori pronti. Attacco inconsistente. La difesa continua a subire gol. I numeri non mentono mai.”

Hanno dimenticato di dire che Sorensen, voluto da Sebastiani è una mezza cartuccia; che Machin idolatrato da Sebastiani, sta mettendo in crisi l’allenatore e scompiglia nello spogliatoio; che gli arrivi di Tabanelli e di altri a gennaio sono stati dei flop e che il Pescara non è in grado di garantire un attacco decente né una difesa sufficientemente valida mentre, sempre per le illuminate operazioni di mercato di Sebastiani ha una marea di centrocampisti di cui diversi finiscono necessariamente in tribuna.

Sarebbe bastato investire i soldi spesi per Tabanelli, Machin e Sorensen per prendere due validi giocatori dalla serie C, pronti fisicamente, e avere altre carte da giocarsi.

Insomma, mentre ha imbavagliato quasi (ribadisco quasi) tutta la stampa locale, mentre i tifosi anche per colpa del virus dilagante non sono in grado di farsi sentire, lui sta costruendosi un ponte d’oro per attraversare, con il minor danno personale possibile, la palude dalla B alla C.

Qualche tifoso gli grida di trovarsi un lavoro non capendo che di lavoro ne ha tanto e grazie alla Pescara calcio.

Qualcun altro spera nella retrocessione per liberarsi della sua presenza e non ha capito che mollerà la “gallinella dalle uova d’oro” solo quando potrà realizzare i suoi ultimi affari.

La verità è che il “genio del male”, vero virus che ha attaccato e debilitato la Pescara calcio, entrato nel mondo del pallone per pura casualità, e ringraziando Giuseppe Adolfo De Cecco, è uno dei rari presidenti nella storia del calcio italiano che, senza investire di suo, ha saputo mettere insieme un patrimonio considerevole che gli permetterà di vivere agiatamente (e senza doversi cercare un lavoro) dopo aver sfruttato pesantemente la passione dei tifosi pescarese.

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