Carlo Ariosto e la sorella Stefania, arcinoti per le loro caratteristiche, per non pagare il debito cominciano a sbroccare minacciando a destra e a manca, quando sarebbe molto più semplice pagare o chiedere di farlo in più rate.

Carlo, che probabilmente, succubo della sorella non ha saputo spiegare come e perché si è trovato in queste difficoltà, e ha cercato di dire che ha pagato comincia a dare i numeri.

Nei dieci anni di “amicizia” più di una volta, specie in occasione della quarta settimana del mese, lui mi ha fatto dei piccoli prestiti e tutti regolarmente restituiti (si parla di qualche decina di euro per volta) con la differenza che quando restituivo i soldi non mi facevo fare delle ricevute, sarebbe stato assurdo e ridicolo, lui invece si è tenuto l’elenco delle ricariche ed ora le presenta come pagamento della somma ingente (per le mie possibilità ridotte) avuta molto dopo le ricariche di cui parla o scrive.  E proprio questa sua amichevole partecipazione mi ha indotto nel maggio scorso, quando era depresso perché non poteva fare il regalo alla figlia a prestargli le prime cinquecento euro (frutto della vendita dei miei libri in quel periodo) e poi mi sono prestato a fargli cambiare l’assegno (dato che non ne avevo la forza economica), risultato poi inesigibile.

Ora, sostenuto dalla sorella, che probabilmente con l’età è diventata molto accidiosa, e dalla sua volgare maniera di gestire un rapporto di amicizia, pretende non solo di non pagare, la qualcosa ormai l’ho messa in conto e il mio dispiacere è solo per come io abbia speso tempo a seguire ed aiutare un pessimo elemento, e i suoi precedenti di violenza avrebbero dovuto illuminarmi, ma anche di minacciarmi e di chiedere, forse, un indennizzo per essere stato fraternamente aiutato.

Che faccia tosta, per non dire altro.

Carlo Ariosto dà i numeri falsi. La sorella cavalca numeri falsi. Scrivo queste note solo per sfogarmi e perché spero, che questa mia disavventura illumini qualche altro di “cuore buono” affinché non cada anche lui vittima di questi falsi amici.

Stefania e Carlo, io non attacco, ma mi difendo con furore. Più minacciate e più rafforzate il mio impegno a dimostrarvi quanto siete falsi e infami. Su Dio confermo di aver detto solo la verità e di aver subito la truffa. Se Carlo ne ha il coraggio, venga a dirmi che non mi deve nulla. Se ha un minimo di senso della vergogna, dica alla sorella che ha ricevuto la somma per intero, che non ha dato nulla e che le varie ricariche, date e fatte prima di questa operazione, gli sono state regolarmente restituite, con la differenza che lui tiene la lista dei numeri ed io no, perché ho sempre agito con schiettezza e amicizia e mai con la subdola idea di servirmene a discapito suo.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Carlo è nato “gatto” e succubo del gineceo in cui è cresciuto, ed è rimasto infido e falso come lo sono i gatti.

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