Sempre più si avverte la necessità che Pescara abbia uno stadio solo per il calcio. L’Adriatico, inaugurato il 29 dicembre 1955, è nato come struttura polivalente destinata principalmente al calcio e all'atletica leggera.

Di atletica leggera l’Adriatico ne ha presentate poche di manifestazioni in questi 68 anni mentre il calcio ha sofferto sempre la presenza delle corsie destinate alle gare di corsa.

Nel 2017 un decreto legge ha previsto all’art. 62 una serie di interventi normativi finalizzati a riformare la disciplina della costruzione di impianti sportivi dettata dal comma 304 della legge di stabilità 2014. Il testo del D.L. n. 50/2017 è stato definitivamente convertito con la legge di conversione 21 giugno 2017, n. 96.

Questo decreto fu accolto con molto entusiasmo dai vari dirigenti sportivi, tra i quali, Sebastiani, perché videro una possibilità di ulteriori guadagni entrando nel gruppo dei realizzatori del nuovo impianto che avrebbe offerto ulteriori affari    in relazione al business che il calcio è in grado di generare (musei dedicati alla squadra proprietaria dell’impianto, business centers, palestre, piscine, ristoranti, vendita dei diritti collegati al nome dello stadio, Sky boxes ecc.).

Ricordo le varie presentazioni fatte da Sebastiani e dagli amministratori del tempo, dal 2016 ad oggi  e tutte naufragate in un mare di ampollose dichiarazioni poggiate sul nulla alla presenza di personaggi importanti come Abodi, allora presidente della Lega B.

Ultimamente c’è stata un’altra riunione con la presenza qualificata di Marsilio, presidente Regione Abruzzo, Masci, sindaco di Pescara, Collettini, dirigente regionale della Soprintendenza, ma questa volta non si è parlato di stadio nuovo ma solo di riqualificazione, il che significa, per gli appassionati del calcio, un’altra presa per i fondelli.

L’ultima presentazione sempre a chiacchiere di cui i nostri amministratori sono maestri, presenta un progetto fortemente integrato con il suolo su cui poggia, una nuova centralità territoriale capace di innescare un processo di rigenerazione di un'area attualmente degradata e segnata da alcuni detrattori ambientali. 
Il progetto parte da un'area ampiamente studiata, nella quale sono previsti interventi di demolizione di alcune infrastrutture di trasporto per circa 2000 ml, conferendo alla Pineta D'Annunzio oltre due ettari di nuovo impianto e arrivando a toccare il fosso Vallelunga ed il quartiere Alcyone. 

  
Gli elementi principali del progetto sarebbero: Il tetto verde: concepito come una zolla di terreno in continuità con la collina; il rivestimento tessile di copertura che di giorno sono come "vele" e di notte lanterne; un importante segnale territoriale per un'area che si configura come porta sud della città. 

Un’ “ala” che scavalca la linea ferroviaria segna il nodo intermodale;
Un "pontile" al di sotto del quale si trovano: la nuova fermata ferroviaria, il terminal dei trasporti pubblici di massa (TPM), il parcheggio di interscambio, il city bike terminal e la mobilità sostenibile. Questi elementi, oltre ad essere componenti importanti del progetto del nuovo centro sportivo, appartengono alla città e al territorio, assumendo un ruolo importante nella definizione dell'identità di questa parte della città. 
 

Accanto alla zona sportiva sarebbero presenti spazi per la socializzazione, attività commerciali e ricreative, sale congressi, un ampio piazzale (coperto e scoperto), la casa Pescara, un terrazzo panoramico con vista sulla Pineta D'Annunzio / Adriatico. 
Lo stadio avrebbe una capienza di 20.700 posti, tutti coperti, con una grande qualità degli spazi e una visibilità ottimale tra 8,50 e 37,00 metri dalla linea di campo. 
Per avere uno stadio senza barriere, aperto a tutti, grande attenzione viene data all'accessibilità e alla possibilità di molteplici esperienze di fruizione. Sono presenti Sky box, Ground box e aree dedicate alle famiglie e all'animazione affacciate direttamente sul campo di gioco. 

Intanto in questo mare di parole e di ambiziosi progetti resta il fatto che il calcio pescarese, ancorché di categoria senza pretese, una modesta Serie C, si ritroverà a giocare a ottobre ben otto partite in 27 giorni.

“Godi Petrucci che ti ho cotto un uovo” con questo slogan il mercante e i suoi amici credono di aver soddisfatto le esigenze del calcio pescarese nel silenzio assordante di una stampa collusa.

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