Tra poco più di un mese si ricomincia a giocare sul serio e il calcio italiano deve riguardare un po’ delle cose fatte, non proprio bene, e capire perché le nostre squadre hanno difficoltà contro le altre europee. Ma questo sarà il compito di tecnici e osservatori impegnati quotidianamente a seguire il calcio della Serie A.

Nella mia dimensione professionale, ho seguito il calcio serio per diversi anni con Il Messaggero, ho seguito un corso per allenatori tenuto dal grandissimo Silvio Piola, con il Pescara ho avuto esperienze che vanno dalla Serie A (poco) alla Serie B (molto) e per sfortuna gli ultimi anni sono stato costretto a seguire il campionato di Serie C.

Comunque ho le idee abbastanza chiare su ciò che ha offerto il calcio attuale.

Tatticamente il gioco è migliorato molto, ma in termini di intrattenimento e qualità, penso che il calcio sia diminuito.   

Il talento e l'individualismo sono diminuiti nel calcio. Le ali ora non sono brave come lo erano 10-20 anni fa. La quantità e la qualità stanno diminuendo. Le ali ora non dribblano i loro terzini così spesso come avrebbero fatto prima (penso a Pagano), e si limitano semplicemente a passare indietro.

Per gli attaccanti ho notato la scarsa propensione al tiro da lunga distanza e il talento individuale manca nel gioco moderno.

Tutti cercano un'occasione perfetta e si ha quasi l’impressione che cerchino sempre l’ultimo passaggio piuttosto che arrischiare il tiro in porta.

Per aggiungere a questo, direi che i difensori sono migliorati. Un difensore medio oggi è migliore con la palla rispetto a un difensore medio di 10 anni fa. Anche lo stile tattico attuale è la ragione per cui il calcio è più inclusivo per i giocatori che non sono così bravi in termini di abilità, ma possono compensare con la loro fisicità.

Un fatto comune per tutte le categorie è la ripartenza dal basso.

"Tutte giocano ripartendo dal basso" è un'espressione che si riferisce a una tattica calcistica sempre più diffusa, in cui la squadra cerca di impostare l'azione offensiva partendo dai giocatori più arretrati, come il portiere e i difensori, invece di lanciare direttamente il pallone in avanti. Questo approccio, detto anche "costruzione dal basso", mira a far uscire il pallone dalla difesa con una serie di passaggi corti e precisi, creando spazio e opportunità di attacco. 

In pratica, la squadra cerca di attirare il pressing avversario nella propria metà campo, per poi superarlo con combinazioni rapide e guadagnare campo con il possesso palla. Questo metodo, se ben eseguito, può portare a un gioco più propositivo e creativo, ma richiede grande precisione nei passaggi e una buona capacità di controllo della palla da parte di tutti i giocatori, specialmente dei difensori. 

I vantaggi di questa tattica includono: maggior possesso del pallone e la migliore gestione del ritmo della partita. Costringe gli avversari ad avanzare, aprendo varchi per le azioni offensive. Offre più opzioni di attacco, non limitandosi al lancio lungo. Richiede la partecipazione attiva di tutti i giocatori, non solo degli attaccanti.

Tuttavia, la partenza dal basso presenta anche delle sfide: Un passaggio sbagliato nella propria metà campo può portare a un'occasione da gol per l'avversario. Richiede grande freddezza e concentrazione, soprattutto sotto pressione. Ha portato il portiere a giocare con i piedi la palla con una intensità pari a quella di un centrocampista!

In sintesi, la tattica della partenza dal basso è una strategia che mira a costruire il gioco dalle retrovie, con l'obiettivo di creare occasioni da gol attraverso un possesso palla ragionato e la creazione di spazi in campo. 

Il calcio di oggi rispetto a quello di qualche anno fa è più veloce, dinamico e tatticamente più vario. Le squadre utilizzano diverse formazioni e strategie, con un'enfasi maggiore sui ribaltamenti di fronte e la riconquista del possesso palla.

Si nota anche un cambiamento nel comportamento dei giocatori, con una minore enfasi sul dribbling individuale e una maggiore attenzione alla preparazione fisica e tecnica. 

I metodi di allenamento progrediscono con il passare del tempo e la tecnica va di pari passo. Una volta eravamo stupiti del magico calcio creato dalla Nazionale dei tulipani d’Olanda con l’estro in attacco di John Cruiff al centro dell’attacco, adesso rimpiangiamo il gioco del “Barca” del 2015, quando i catalani vinsero nella stessa stagione la Coppa Nazionale, la Champions League ed il campionato spagnolo. Un calcio molto ragionato e avendo giocatori con i piedi buoni puntavano molto sul possesso di palla e sul famoso tiki taka. Roba di un altro pianeta. In Italia si cerca di copiare ma non abbiamo i talenti spagnoli e il tiki taka nostrano propone molti errori nei passaggi.  

I ritmi adesso sono serrati e forse in campo si è obbligati, visto le dinamiche, a ragionare meno.  È cambiata la velocità e l’intensità di manovra del gioco espresso in campo, i nostri giocatori sono forse un tantino più preparati sul piano fisico ma molti anche in serie importanti difettano nei fondamentali. e, come detto prima, sono andati via via scomparendo l’uso e l’esecuzione del dribbling, l’uno contro uno che oggi pochi calciatori sanno fare con efficacia.

Oggi non c’è molta fantasia e tutto è schematizzato.  

Comunque, anche con questi limiti che ho cercato di analizzare, il calcio resta un gioco stupendo e ben si capisce come milioni di spettatori seguano le vicende delle loro squadre confermando un business a tutti i livelli.