Da uomo di calcio e da persona intelligente, Zeman ha detto chiaramente: “Sto lavorando per arrivare ai play off nella migliore condizione, lavoro più per il futuro che non per il presente. Sto lavorando sui concetti di gioco che non conoscevano e si stanno applicando bene, vorrei arrivare ai play off nella migliore condizione fisica possibile.”

Mi sembra che sia la migliore cosa dare. Visto il meccanismo delle promozioni, il Pescara non ha alcun dubbio sulla partecipazione ai play off e mi sembra molto saggio considerare che quel mini torneo vedrà molte squadre “spompate” o quanto meno affaticate e, il pensiero di poter arrivare con una squadra allenata bene, e quindi con più forza nelle gambe, e maggiori e migliori idee di gioco, visto che CERTI CONCETTI NON LI CONOSCEVANO, potrebbe essere un vantaggio e un’arma in più.

Eppure non tutti accettano il pensiero calcistico di Zeman e qualcuno ha anche scritto che sta mettendo le mani avanti per giustificare l’eventuale perdita del terzo posto che garantirebbe dei vantaggi nel calendario play off.

Anche la società continua a vivere un momento travagliato e l’arrivo di Zeman non è riuscito a far guadagnare a Sebastiani un po’ di tranquillità considerando lo striscione “piuttosto pesante”, a firma ASDF, sistemato sotto la Tribuna Majella dello Stadio Adriatico:
“Lucro, menzogne e palleggi di tacco. Schifezze e minacce di un lurido vigliacco. Ora più che mai la situazione è molto chiara Delli Carri e Sebastiani siete il male di Pescara”.

Orbene, si sa che tutti noi abbiamo a che fare con il giudizio altrui, abbiamo un doppio pubblico. C’è chi ci soffre, chi se ne fa una ragione, chi si lascia scivolare tutto sulle spalle come non fossero affari suoi. Insomma, ognuno ha un modo di atteggiarsi di fronte ad un attacco che non lascia adito a dubbi interpretativi: Sebastiani ha fatto il suo tempo e la maggioranza lo vorrebbe fuori.

Lui, imperterrito, continua sulla sua strada. Se ne “strafrega” del giudizio altrui; fa i suoi affari di mercato; spera di fare il botto finanziario della sua vita, ora che la Sovrintendenza aquilana ha tolto i vincoli esistenti sullo Stadio Adriatico, ed essendo gli interlocutori ufficiali tre (Pescara calcio, Comune e FIGC) spera di trovare davvero chi compra ai suoi prezzi il Pescara per poter diventare un interlocutore ufficiale per dividersi la “torta”.

Sebastiani, con alterigia, afferma di lavorare per il bene della società e che lui non guadagna nulla nel fare il presidente, anzi ci rimette tempo, sacrifica la famiglia, ed ha il suo lavoro fuori dal calcio.

Qualcuno ha avuto anche la fantasia di dire che Sebastiani ci sta rimettendo del suo e dimentica che lo stesso presidente, che nel 2010 chiudeva in passivo le sue attività di finanziarie, da quell’anno, con i proventi della attività di manager calcistico, cominciava a presentare denunce di redditi molto sostanziosi e cominciò ad accrescere le sue attività patrimoniali senza avere un suo lavoro personale al di fuori del calcio stesso.

Inoltre, in questo panorama di guerra dialettica, c’è anche qualcuno che si schiera a favore del presidente affermando che, comunque, ci tiene in Serie C, mentre fallendo si aprirebbero le porte del calcio dilettantistico in quanto, a loro dire, solo la “generosità” di Sebastiani ci fa mantenere una posizione tra i professionisti.

Ho letto anche di alcuni che invitano i critici a mettere loro i soldi nella società e sostituire Sebastiani facendo finta di dimenticare che il presidente ha sempre fatto di tutto per scoraggiare eventuali pretendenti alla sua poltrona, facendo richieste a dir poco pazzesche, e senza avere nulla di concreto da offrire se non il titolo sportivo ridotto ai minimi valore con tre anni di scellerata conduzione che ha portato il Pescara dalla Serie A alla Serie C.

Insomma, se Zeman fa il miracolo di riportare la società in Serie B, risolverà molti problemi personali di Sebastiani che lo ha ripreso proprio in tale ottica ed ha inghiottito il “rospo”, nonostante conosca il pensiero di Zeman nei suoi confronti, molto chiaramente espresso nel libro di recente pubblicazione del boemo.

Se si conclude la vicenda del nuovo Stadio Adriatico, nei termini e nei modi pensati dal gruppo Sebastiani (che non è solo in questa attesa), il presidente avrà ben modo di ridere alle spalle dei critici di oggi che dovranno ritirare lo striscione con la coda tra le gambe.

E i tifosi?

Aspettano i risultati sperando che ci siano concrete possibilità di detronizzazione del padrone e che gli eventuali nuovi acquirenti possano riuscire ad entrare.

Non sarebbe inopportuno, a questo punto, chiedere maggiore chiarezza al sindaco di Pescara affinché faccia conoscere se il suo interesse agli sviluppi futuri sia solo di facciata, oppure rappresenti un controllo serio ed ufficiale alle manovre che sono già in atto.